venerdì 29 gennaio 2010

Spremuta d'arancia

Accoglienza è sicurezza.

Mai come con i fatti di Rosarno questo slogan può essere vero.
Presenti ma mai accolti, come anime che non trovano cittadinanza in nessun corpo sociale, i lavoratori immigrati figli delle disuguaglianze globali hanno finito per esplodere la loro rabbia per la condizione di non-esistenza in cui venivano tenuti. A farne le spese è la sicurezza di tutti, italiani e stranieri.

Esseri umani, nostri fratelli in tutto e per tutto, accomunati a noi dal destino comune della vita su questo pianeta, accatastati all’alba ai bordi delle strade in attesa della grazia di essere caricati su un camion e portati a lavorare nei campi. A raccogliere gli agrumi delle nostre spremute mattutine. Sperando di non essere malmenati dai caporali, di non beccarsi malattie, di essere pagati quegli spiccioli necessari a sopravvivere senza uscire mai da quella condizione. Magari con famiglie a carico da qualche parte del mondo, a cui non si può raccontare la vergogna del sogno infranto di una vita migliore.
Chi non riceve questa grazia del lavoro forzato diventa un indesiderato. È lì, ma non lavora. È lì, ma non serve a niente. Occupa suolo pubblico. E con questa sensazione nell’anima trascorre le giornate, i mesi, gli anni migliori della sua vita migliore. È il nostro fratello mai accolto.

mercoledì 27 gennaio 2010

Filo spinato della memoria


Sai cos'è la rinuncia?
Sai cos'è il silenzio?
Sai cos'è il dolore?
Sai cos'è la speranza?
Sai cos'è la memoria?
Sai chi sei?

Per non dimenticare,
no ad un silenzio complice, si ad un silenzio partecipe.