giovedì 15 aprile 2010

Terzo momento di riflessione

Voglio la primavera
D'autunno cadono le foglie in un'esplosione di colori. Sanno che la terra le accoglierà e tornerà il momento di nuova vita.
Tornerà la primavera e tutto uscirà dal grigio piatto e uguale e tutto tornerà ad avere un colore ed un nome.
Le parole ora sono a terra come foglie d'autunno, morte, schiacciate, piatte e prive di valore, calpestate. Tornano a volare solo se tirate in causa da turbini di rabbia, violenza e indifferenza che le confondono, mescolano senza ragione. Basta. Voglio la primavera.
Abbiamo iniziato a calpestare i diritti di stranieri e di migranti perché hanno culture e storie, diverse e altre.
Poi ce la siamo presi con i poveri e i mendicanti perché hanno storie diverse e altre.
Ora chi tocca? alle persone disabili? perché diverse e altre?
E poi è il turno delle donne perché semplicemente altre.
E' qui il mio egoismo e la mia paura. Perché questa è la mia categoria e tu a quale categoria appartieni?
Basta voglio la primavera e voglio tornare a dare un nome, voglio smettere di ragionare per categorie.
Straniero, migrante, extracominutario, negro, mendicante, povero, accattone, barbone, disabile, handicappato, diversamente abile, donna, puttana, prostituta, gay, lesbica, frocio, omosessuale, leghista, comunista, fascista, pacifista.
Basta. Voglio la primavera, voglio tornare a dare un nome, voglio chiamarti per nome perché il mio silenzio è primavera. Il mio nome e' Gianna.

(riflessione del terso cerchio di silenzio a Trento)

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