Buon compleanno “Cerchi di silenzio”
Il 18 febbraio del 2010 ci siamo trovati in piazza per disegnare il nostro primo cerchio con i colori del silenzio, per un'ora. La nostra prima ora.
Strano fermarsi per smuovere, tacere per riflettere e far parlare, voltare le spalle per guardare in faccia. E forse ancora più strano aprire nuovi orizzonti e speranze chiudendo il cerchio.
Perché l'ora di ieri, la tredicesima ora è stata, per ora, l'ultima di silenzio.
Adesso come allora l'emergenza non è finita, ci siamo lanciati nella silente avventura sconvolti nel vedere cancellare i diritti di persone straniere perché diventati magicamente colpevoli per il loro status e quindi catalogati come merce, etichettati e archiviati in categorie prive di dignità, ed oggi è evidente che questa politica non ha risolto il problema (7000 sbarchi in 2 giorni), se si può definire problema parlare di persone. Abbiamo cercato di manifestare perché calpestare i diritti di uno significa calpestare i diritti di tutti. Ed in questo anno abbiamo visto strasformare “l'uno” in “tutti”: mendicanti, studenti, lavoratori, donne. Possiamo continuare a ragionare per categorie da ignorare e mettere ai margini, nascondere e all'occorrenza sfruttare, illudendoci di non appartenere a nessuna di esse.
Ma forse è il caso di dire BASTA. Come sempre abbiamo fatto, porteremo questo basta al di fuori di questo cerchio e del nostro silenzio, parlando di dignità, verità, giustizia al di là delle appartenenze.
Nella speranza che ogni istante è propizio per riaprire la via della vita e la navigazione nell'orizzonte del possibile perchè “Il tempo non muore mai. Il cerchio non è rotondo” (Before the Rain - Milcho Manchevski)