COSA SONO

I "cerchi di silenzio" sono una manifestazione nonviolenta di dissenso.
In un momento dove le parole sembrano aver perso il loro valore, dove lo sforzo è gridare più forte e non dialogare costruttivamente, dove l'ascolto attivo ha perso significato, forse è il momento di fare silenzio.

MODALITA'
Una volta al mese, per un'ora, alcune persone in cerchio in assoluto e rigoroso silenzio.
Altre 2 o 3 persone che spiegano il motivo del silenzio ai passanti distribuendo volantini.

Il nostro silenzio è meditativo, è di protesta, è consapevole, è umilmente alla ricerca di risposte e per chi vuole è un momento di preghiera.
Il cerchio è aperto ad ogni persona in libertà, unica regola una volta entrati nel cerchio è STARE IN SILENZIO.

Un cerchio di persone in silenzio, nel caos di una piazza cittadina molto frequentata fa più rumore di mille parole.

LE ORIGINI DEI CERCHI DI SILENZIO

Manifestare in silenzio è da anni prerogativa delle azioni nonviolente di protesta una su tutte: le donne in nero www.donneinnero.it.


L'idea di manifestare in silenzio e vestite di nero, con cartelli, sagomati a forma di mano, che dicono "Stop the occupation", si diffonde spontaneamente in tutta Israele. La forma di protesta simbolica - nonviolenta ma radicale - è semplice e le donne la possono attuare con facilità, senza spostarsi verso le città, portando con sé le bambine e i bambini, senza marciare, senza cantare. Il mezzo è il messaggio. Da allora, ogni venerdì per un'ora Donne in Nero continuano a manifestare a Gerusalemme Ovest e in altre città israeliane contro la violenza del proprio governo, per chiedere soluzioni politiche pacifiche e per testimoniare la loro speranza di pace. Dal 1988 iniziative di Donne in Nero si sono moltiplicate in altre città del mondo, da Tel aviv a Londra, da Haifa a Sidney, da Amterdam a Roma, da Belgrado a New York.
le Donne in Nero scelsero il silenzio e il nero come modalità per manifestare la loro dissociazione dalle scelte del governo israeliano di occupazione militare della Cisgiordania e di Gaza.

L'ESPERIENZA DI BRESCIA
A Brescia il Movimento Nonviolento adottò questa tecnica di dissenso negli anni '80 contro gli euromissili, negli anni '90 contro la guerra del Golfo.

"L'idea di manifestare in silenzio ci è venuta dall'esperienza fatta da alcuni di noi (Alfredo e Vincenzo) del movimento nonviolento a Parigi nel 1981.
Era la manifestazione conclusiva di una marcia della pace organizzata da gruppi di donne europee che, da Copenaghen, avevano marciato per una sessantina di giorni (allora le parole corrispondevano al loro significato reale e le marce si facevano a piedi!) fino a Parigi per protestare contro gli armamenti atomici. Uno dei momenti di quella manifestazione , molto partecipata 20.000 persone almeno al Bois de Boulogne, in occasione della ricorrenza del 6 agosto,si sedettero per un lunghissimo periodo stando in silenzio, mentre Moroshita, un monaco buddista suonava dei cadenzati rintocchi sul suo tamburo.
Colpiti e coinvolti profondamente da quella modalità di manifestare è stata poi proposta ed utilizzata in diverse nostre manifestazioni a cominciare nell'86 con le manifestazioni a sostegno della campagna per l'obiezione alle spese militari, e poi dal 91 contro la prima guerra del golfo e poi via via con il tradimento dell'art 11 contro tutte le successive guerre,cosìddette umanitarie o per la democrazia e la libertà.
Ovviamente non essendo in ventimila,non avendo un monaco a diposizione, nemmeno il prato e nemmeno la temperatura estiva, già nell'86 ci siamo messi in piedi e poi in cerchio per dare visibilità al nostro piccolo numero. Per un periodo ci si trovava anche tutte le settimane e 10-15 persone erano sufficienti per dare un segnale, un invito alla riflessione per i passanti.
Quando poi in maggio dell' anno scorso con i primi respingimenti in mare abbiamo sentito la necessita di protestare e fare qualcosa per denunciare la deriva della nostra umanità, ci è sembrato evidente riproporre l'ora di silenzio in cerchio come la forma più appropriata di denunciae di proposta di riflessione per tutti ed ognuno." Adriano - Brescia

Da maggio 2009 il Movimento Nonviolento ha ripreso l'iniziativa dei "cerchi di silenzio" portandola a Brescia. L'idea nacque dalla necessità di dare più visibilità alla staffetta di digiuno organizzata per manifestare dissenso al Decreto sicurezza che sarebbe diventato legge nel luglio 2009.

Anche a Brescia i "cerchi di silenzio" si organizzano una volta al mese, per un'ora. Ogni mese il silenzio è dedicato ad un tema specifico che richiama l'attenzione e sensibilizza i passanti.

Per maggiori informazioni:
Centro per la Nonviolenza - Brescia
http://sites.google.com/site/siamosullastessabarca/
movimentononviolento.bs(at)alice.it
Metti la chiocciola al posto di (at)


I CERCHI DI SILENZIO A TOLOSA IN FRANCIA

La manifestazione nonviolenta dei "cerchi di silenzio" in Francia nasce alla fine dell'ottobre del 2007 dall'idea dei Frati minori di Tolosa (www.franciscainstoulouse.fr) che decisero di manifestare per denunciare lo stato di detenzione delle persone nel centro di permanenza di Tolosa, il cui solo crimine è l’essere entrati in Francia per vivere meglio o per salvarsi la vita.

Il "cerchio di silenzio" si ripete ogni mese per un'ora in una delle piazze più popolate di Tolosa. Da 15 partecipanti iniziali ora sono 200. In tutta la Francia sono nate oltre 80 "cerchi". In quest'ora di silenzio la gente manifesta la vicinanza alle varie associazioni e amministrazioni che operano per garantire un maggior rispetto della dignità ai migranti.

"... un silenzio che non giudica e che punta alla speranza, poiché crediamo che gli Stati non possano ridursi a scegliere tra la totale apertura delle frontiere e la costruzione di un illusorio muro attorno al continente europeo. Tale speranza passa dall’im-pegno di ciascuno e da un cam-biamento dello sguardo sull’altro che è lì e che troppo rapidamente viene catalogato come pericoloso." fr Stéphane ofm

Fra Frédéric ci scrive per sostenerci:
"Quello che noi diciamo a chiunque si interessi alla nostra azione e che vuole dar vita ad un cerchio (in Italia, con gli ultimi eventi, sarebbe davvero interessante!), è di cominciare e poi andare avanti"


SILENZIO E NONVIOLENZA

Nella filosofia della noviolenza viene data molta importanza al silenzio e al valore spirituale e meditativo di esso.

"Un cercatore della verità deve stare in silenzio." (Young India),(6 agosto 1925 p. 274) Gandhi

"... Il silenzio di labbra cucite non è silenzio. Si potrebbe ottenere lo stesso risultato tagliando la lingua, ma anche questo non sarebbe silenzio. È silenzioso colui che, avendo la possibilità di parlare, non pronuncia nessuna parola inutile". Gandhi 

"... bastava una sola, semplice cosa: il silenzio, il non parlare portava molto più tempo per pensare. Pensare portava più tempo ad ascoltare. Ascoltare portava amore per l'immobilità, e l'immobilità era la strada per la risposta..." Gandhi